12 novembre 2008

Bari, in cinquemila "sognano" l'Amgas

Roberto Calpista - La Gazzetta del Mezzogiorno, 12/11/2008

BARI - Il miraggio del posto fisso si materializza nel cortile dell’Angiulli. Seguire le frecce per il «concorso Amgas». Mettersi in coda e incrociare le dita. Incrociarle bene, perché per quindici posti in palio, si sono candidati in cinquemila.

Il sogno scaccia «vita da precario» dello stipendio basso ma assicurato racconta di undici «mansioni» part time e quattro «full» all’ex municipalizzata per la distribuzione del metano. E con l’interrogativo che, rassicurazioni a parte, sempre incombe sui concorsi pubblici.

Ci sono i bamboccioni di Padoa Schioppa memoria. Ci sono i 40-50enni rientrati, meglio che tentano il rientro nel mondo del lavoro dopo l’esperienza della cig e della mobilità. Ci sono gli studenti che tentano la qualifica del lavoratore per tirare avanti sui libri.

Ci sono le amiche, Lucia Canale, Loredana e Angela Caccavale, Anna Dispoto, Maria Pia De Marzo. Ognuna con le proprie storie, le vittorie, le delusioni, le speranze. Stipendio basso, ma di questi tempi può anche bastare avere una busta paga a fine mese per tirare avanti un altro po’.

Sogni ma poche illusioni. Test a parte è forse più facile azzeccare un superenalotto che passare una di queste lotterie.

Nico Alessandro, 29 anni, maturità classica e studi universitari in Giurisprudenza. Disoccupato. Anzi, un veterano dei quiz con il mondo del lavoro: «Vivo in famiglia, prospettive non ce ne sono, continuo a presentarmi ai concorsi».

All’Angiulli, il luogo scelto dalla srl Centro servizi di Matera - la società che si sta occupando delle selezioni - fanno entrare per gruppi nel palestrone. In coda quindi e per fortuna che il clima è clemente e rinfresca. Dopo Nico, Anna Castro, 23, maturità scientifica, una laurea specialistica triennale in psicologia e attualmente iscritta alla specialistica. Disoccupata. «In realta non mi pongo questo obiettivo, ma ci provo. Cerco una sicurezza economica che al momento non ho per continuare gli studi». La proposta? Perché non tentare in altre città, in altri Paesi? «Per lo studio no, va bene Bari. Per lavoro invece sì, almeno se ci sono opportunità interessanti».

Gioacchino Dell’Aquila, 21 anni, terlizzese, diplomato, studente alla facoltà di Agraria corso in tecnologia alimentare. Cameriere nel, poco, tempo libero per racimolare qualcosa e un sogno davvero grande: «Entrare nel nucleo antisofisticazioni, il Nas dei carabinieri». E che ci fa allora qui? «La situazione al Sud è nera». Una schiera di amici precari, senza soldi, né più, in alcuni casi, speranze.

Vive invece con 550 euro al mese Angelo Anselmi, ex dipendente delle Ccr, da 6 anni in mobilità più altri due di cassa integrazione. Ha 47 anni e arriva da Ruvo, troppo giovane per stare a casa. Ha una figlia di dieci anni: «Le ho detto della situazione economica difficile che sta attraversando la famiglia, ha compreso benissimo e i sacrifici non le pesano più» . Anche Angelo è un veterano dei concorsi pubblici, ma lui di illusioni - lo ammette - ormai non se ne fa più.

Postato da: Vito

1 commento:

  1. Questa è una piaga sociale che nella maggior parte dei casi viene vissuta in una condizione di depressione individuale. I giovani e soprattutto gli over 40-50 - quelli che "troppo vecchi per lavorare, troppo giovani per la pensione" - sono a dir poco incazzati e non hanno affatto voglia di scherzarci su!
    Le forze politiche e sociali, a tutti i livelli, sensibili a questo problema, dovrebbero passare dalla mera denuncia all'azione: uscire per strada, farsi portavoce, organizzare la protesta, fungere da lobby come il sindacato di alcuni decenni fa...... per incidere "veramente" nelle varie stanze dei bottoni e soprattutto nella società!

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