31 ottobre 2008

Chi paga è sempre il lavoratore dipendente e i ceti più deboli

Proprio in questi giorni assistiamo ad una grande partecipazione studentesca che cerca attraverso manifestazioni di piazza, fiaccolate, sit-in, occupazioni di facoltà universitarie di portare a termine con determinazione la protesta contro la riforma Gelmini che taglia alla scuola 7,8 miliardi di euro. Gli studenti protestano e fanno capire chiaramente che la crisi finanziaria di un mercato senza regole non sono disposti a pagarla loro attraverso la sottrazione scientifica e senza criterio di risorse, dalla scuola elementare alle università.
Anche a Taranto a quanto pare il copione non cambia e si vuole far pagare i costi della crisi alla ai ceti più deboli e soprattutto ai lavoratori.
La Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista trova inaccettabile la posizione assunta dal gruppo RIVA che non trova di meglio che mettere in cassa integrazione 2028 lavoratori per uscire dal periodo di crisi che ha colpito l'economia reale .
Dopo anni di record di produzione di acciaio senza sosta (si parla di 11 milioni di tonnellate in un anno), di utili super (878 milioni di euro solo nel 2007), oggi l'azienda ha deciso un taglio drastico alla produzione.
La conseguenza avrà dei riverberi sui lavoratori, gli stessi che in questi anni hanno garantito all’azienda eccellenti risultati senza avere nulla in cambio.
Il tutto proprio mentre, guarda caso, è in corso la trattativa sulla contrattazione integrativa e subito dopo l'annuncio del Presidente della Regione Puglia il compagno Nichi Vendola che propone, giustamente, una legge regionale per l'abbassamento delle emissioni di diossina. Pura coincidenza o ennesimo ricatto al territorio?
Nel frattempo il gruppo Riva per la prima volta decide di investire 80 milioni di euro in un'operazione che non ha nulla a che vedere con la siderurgia; infatti, come abbiamo appreso dai media, entra nella cordata tutta italiana che ha acquistato l'Alitalia. E nelle stesse ore, per una miracolosa coincidenza, la ministra Prestigiacomo annuncia che i dati rilevati dall'Arpa non sono affidabili e cambia tutta la commissione per il rilascio dell'a.i.a.
Il gruppo Riva sostiene che tutti i problemi riguardanti l'ambiente sono tutte invenzioni di ambientalisti, che non esiste nessun problema della diossina, che a Taranto non c'è nessun rischio tumori per i cittadini e i lavoratori.
Insomma non dobbiamo creare allarmismi inutili; dobbiamo fare come gli struzzi e mettere la testa sotto sabbia e subire l'impatto ambientale in cambio del posto di lavoro.
Oggi accade proprio questo, chi paga sono i lavoratori che subiranno le scelte assunte dall'azienda che incomincia mettendo in cassa integrazione ordinaria per il momento 2028 operai, togliendo dai guai economici patron Riva che beneficerà di ammortizzatori sociali, che a nostro parere non dovrebbero essere concessi visto che abbiamo di fronte un'azienda sana che potrebbe tranquillamente sopperire senza aiuti di tutta la collettività che è stufa di intervenire a favore di banche e imprese.
Rifondazione Comunista ritiene che le Istituzioni, le parti politiche, i sindacati, i lavoratori, non debbano piegarsi davanti all’ennesimo ricatto.
E’ venuto il momento di farla finita con l’arroganza, l’indifferenza di questo padrone, appoggiato politicamente dal governo di destra che gli fa da scudo di fronte alle tematiche ambientali, ringraziandolo cosi per aver partecipato alla cordata CAI con i soldi degli operai dello stabilimento salvando la faccia a Berlusconi offendendo e diffamando i tarantini e il territorio.
Taranto non subisca, si svegli prima di ritrovarsi in una situazione peggiore di questa! Un solo uomo non può decidere il destino di migliaia di famiglie e di questo gia martoriato territorio!

Segreteria provinciale di Taranto di Rifondazione Comunista

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