Caro segretario, si parla molto di unità della sinistra e a me pare che sia un problema vero. Cosa ne pensi? Rifondazione comunista è ancora interessata al tema o pensa di chiudersi su se stessa come dicono quelli di Vendola? Un caro saluto.
Giovanni via e-mail
Caro Giovanni, hai messo il dito nella piaga. Io penso che il tema dell'unità della sinistra sia una questione importantissima. Proprio per questo non può essere banalizzata o utilizzata in modo strumentale come accade sovente di questi tempi.
Dal mio punto di vista l'unita della sinistra serve innanzitutto per costruire una opposizione efficace al governo Berlusconi, all'attacco della Confindustria, alle offensive del Vaticano. Oggi in Italia sostanzialmente non esiste una opposizione politica degna di questo nome. L'unico ostacolo alle politiche del governo sono state le lotte sociali, dagli studenti al sindacalismo di base alla Cgil. Per questo Rifondazione ha proposto a tutte le forze della sinistra di costruire un coordinamento stabile. Per questo abbiamo lavorato per la manifestazione dell'11 di ottobre e per questo nelle settimane scorse abbiamo operato per costruire una sola manifestazione nazionale sulla Palestina. In altri termini il tema dell'unità deve innanzitutto porsi il problema di costruire un movimento unitario, una opposizione efficace, sia sul piano difensivo che sul piano della proposta politica. La costruzione di una opposizione efficace è la condizione per evitare che le persone si ritrovino sole nella crisi e che il disagio sociale prenda la strada della guerra tra i poveri, del conflitto tra gli ultimi. Nelle prossime settimane questo vorrà dire costruire una campagna politica contro l'accordo separato sulla contrattazione e contro il federalismo fiscale, cioè contro il tentativo di distruggere alle radice qualsiasi unità del mondo del lavoro.
Se è vero che il nodo fondamentale è la costruzione dell'opposizione di sinistra, è evidente che questa non può coincidere con un partito solo, deve essere per forza una aggregazione plurale. Deve aggregare partiti, sindacati, associazioni, individui, fare i conti con i diversi percorsi di lotta. Quindi noi dobbiamo lavorare ad una unità della sinistra che sappia aggregare soggetti diversi, senza alcuna possibilità di ridurre ad un soggetto unico quello che deve essere un processo articolato. Dobbiamo imparare dal movimento delle donne, che ci ha spiegato la necessità di coniugare l'eguaglianza con il rispetto delle diversità. Il tempo dei "partiti unici" è finito.
In terzo luogo, per costruire una opposizione efficace è necessario avere un disegno politico alternativo a quello di governo, Confindustria e Vaticano. Questo tema pone il problema dell'autonomia della sinistra dal Partito democratico. La caratteristica del Pd è infatti quella di avere estese superfici di contatto con i vari poteri forti del Paese, da Confindustria al sistema bancario, al Vaticano. Non c'è tema sociale, ambientale, relativo ai diritti civili, che veda il Pd capace di assumere una posizione di chiara rottura con i ceti dominanti. E' questa una peculiarità del Pd anche nei confronti di altri partiti progressisti o socialisti. Obama, è in grado di rompere con la lobby del petrolio e con i vescovi; Zapatero è capace di rompere con il Vaticano. Il Pd - in quanto tale - non è in grado di esprimere questo grado di autonomia e per questo non è in grado di fare una opposizione efficace. La sinistra da costruire non può quindi essere una appendice del Pd o l'estrema sinistra del Pd; è necessario costruire una sinistra in grado di proporre un progetto per il Paese alternativo a quello dei poteri forti e quindi in piena autonomia da quanto fa il Pd. Negli anni scorsi abbiamo parlato di due sinistre per segnare le differenze strategiche con la sinistra moderata. Oggi queste differenze, visto il profilo moderato del Pd, sono aumentate.
Per questo penso che Rifondazione comunista debba tornare ad essere il cuore dell'opposizione, il centro di una rete di relazioni che permetta di costruire il movimento unitario, come abbiamo fatto dopo Genova con i Social Forum. La vocazione unitaria di Rifondazione, dopo la rottura del '98 con Prodi, è sempre stata la sua capacità di agire relazioni e far dialogare soggetti diversi in nome della costruzione unitaria del movimento. Io penso che dobbiamo rilanciare questa funzione che permetta di tenere insieme le diverse esperienze a sinistra del Pd, senza farci dividere tra chi è comunista e chi no, tra chi è più radicale e chi meno, tra chi sta in Cgil e chi nel sindacalismo di base. Costruire l'unità del movimento e dell'opposizione di sinistra, questa è la nostra vocazione.
Per questo sono totalmente contrario alle ipotesi di costituente che vengono agitate da mesi: la costituente della sinistra o la costituente comunista. Queste due proposte sono identiche e speculari e la loro realizzazione determinerebbe la divisione della sinistra su base ideologica - comunisti e non comunisti - dividendola irrimediabilmente. Un disastro. La sinistra deve essere aggregata sulla base dei contenuti, non divisa sulla base delle ideologie. Il ruolo storico positivo di Rifondazione è stato proprio quello di essere comunista ma di riuscire a dialogare ed aggregare anche chi non si definiva tale ma era d'accordo con noi sui contenuti e sulla radicalità politica. La Costituente della sinistra, se malauguratamente dovesse realizzarsi, determinerebbe semplicemente la spaccatura della sinistra per linee ideologiche mentre noi abbiamo bisogno di tenere insieme comunisti, socialisti, verdi, libertari, cattolici democratici sulle cose da fare, nella costruzione di movimento.
Per questo rivolgo ancora una volta l'invito ai compagni e alle compagne che si sono riuniti a Chianciano a ripensare alla scissione, a non compiere quel passo. Non solo perché fare una scissione in nome dell'unità della sinistra, determinare una ulteriore frattura là dove è necessario dialogare, è una contraddizione incomprensibile. Penso che il risultato più negativo di questa scissione strisciante, che è cominciata da un po' di settimane, consista proprio nel passaggio di compagni e compagne da una sinistra di alternativa ad una sinistra senza aggettivi incapace di mantenere l'autonomia dal Partito democratico. E' così a Torino, dove i consiglieri provinciali usciti dal partito sono passati dal No Tav al "come" Tav, al "come" secondo inceneritore, al "come" tangenziale est… E' così a Reggio Emilia, dove chi esce da Rifondazione accetta l'ulteriore privatizzazione dei beni pubblici e chiede di mettere Rifondazione fuori dalla maggioranza. E' così a Firenze, dove i consiglieri usciti passano direttamente dall'opposizione alla maggioranza di Dominici e votano contro la proposta di Rifondazione di fare una commissione di indagine sull'affaire Fondiaria, quello dove l'assessore sceriffo Cioni è stato preso con le mani nella marmellata. Potrei proseguire ma il punto è sempre lo stesso: l'uscita da Rifondazione in nome della Costituente di Sinistra si traduce in una maggiore subalternità al Pd e alla logica del bipolarismo tra simili. Si traduce cioè in un indebolimento della sinistra di alternativa e per questo invito tutti a ripensarci e propongo nuovamente la gestione unitaria del partito. Rifondazione comunista è la casa di tutti e tutte. Gli spettri tentiamo di farli aggirare per l'Europa, come prevedeva il nostro barbuto capostipite.
Postato da: V.I.
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