Leggi i punti del programma sul sito della Sinistra Arcobaleno
Tutele, diritti, ricchezza, libertà, partecipazione. La sostanza della democrazia nel programma della lista unitaria
di Anna Maria Bruni
di Anna Maria Bruni
Ecco il programma della Sinistra Arcobaleno. E’ stato presentato ufficialmente ieri nella sala delle Carte geografiche dal
candidato premier Fausto Bertinotti insieme a Franco Giordano, Diliberto, Salvi e Pecoraro Scanio, segretari (a parte Salvi, in rappresentanza) rispettivamente Prc, Pdci, Sd e Verdi, i quattro partiti che compongono la lista unitaria.
La proposta si presenta snella ma densa nei contenuti. Riprende quanto fu voluto da Rifondazione nel programma dell’Unione e poi osteggiato dagli stessi partiti della coalizione che lo avevano firmato, per chiarificarlo e puntare dritti all’obiettivo.
D’altra parte troppe sono le questioni ormai irrimandabili: la stabilità del lavoro e la sua sicurezza, la tutela delle libertà personali nelle scelte che riguardano la propria vita, come l’aborto, la procreazione assistita, le unioni civili; la tutela dei servizi primari come casa, salute, istruzione, trasporti.
E non è più possibile cedere terreno né sulla questione degli armamenti né tantomeno sulla partecipazione alle missioni militari, punti sui quali l’intransigenza non solo è un fatto di vita o di morte nel vero senso del termine, ma per di più sostanziali oggi nel ridisegnare la rotta verso una società diversa, pacifica e autenticamente democratica.
Ma anche giustizia e uguaglianza sono tratti sostanziali della democrazia, oggi così pericolosamente minati. E allora diventano ineludibili in un programma che, dichiarandosi esplicitamente “di parte”, cioè schierandosi dichiaratamente con i lavoratori, i migranti, le donne, tutti i soggetti che reggono questo sistema ma a cui il sistema restituisce mancanza di tutele, diritti, ricchezza, partecipazione, in realtà restituisce democrazia all’intero paese. Perché la democrazia o è sociale o non è. E allora non può non essere un punto del programma dire No alla Tav, No al Mose, No al ponte sullo stretto e No alla base militare a Vicenza, perché questi No vengono dalle persone che abitano questi territori, vengono dalle loro argomentate prese di posizione, dalle loro lotte, dalla loro resistenza, dalla fantasia che impegnano per tenere ferma la loro posizione, dalla loro esplicita ‘pretesa’ di partecipazione, ma di più, dalla loro volontà di decidere, di autodeterminarsi. Ecco la democrazia, e questo non può non essere un punto del programma.
E altrettanto vale per l’abolizione della Bossi-Fini e per il voto ai migranti, citati chiaramente nel punto del programma che riguarda l’inclusione, e altrettanto vale per i tagli ai privilegi, che indicano un livellamento degli stipendi istituzionali, così come per la redistribuzione del reddito: salario minimo a 1000 euro, recupero fiscale dell’inflazione, reddito sociale per i disoccupati e tassazione delle rendite al 20 %.
E altrettanto vale, infine, per l’informazione, autentica sentinella contro tutto ciò che mina la libertà, perché ‘sapere’, essere informati, vuol dire poter entrare nel merito, contestare, decidere. Tra l’altro in questo capitolo c’è un passo in più, che va addirittura oltre la tutela della libertà di informare ed essere informati, perché permette la tutela della possibilità di farla, l’informazione: è il punto che apre a nuove forme del diritto d'autore, che prevede cioè la possibilità di aderire a nuove forme di tutela che lascino aperta la strada ad usi sociali come le Creative Commons.
Fausto Bertinotti non ha dubbi, è il momento di “Ricominciare”.
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Roma, 28 Febbraio 2008
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