10 marzo 2008

Cuori infranti

E' notizia recente della folkloristica uscita del mago di Arcore, che davanti ad una platea delirante e a lui inneggiante, ha platealmente stracciato il programma del PD.
Siamo forse alla fine di un'amore?
Il mostro a due teste dall'epico nome di Veltrusconi si sta forse avviando ad una morte prematura? Così, senza generare niente, neanche che nè sò un accordino elettorale, una intesina piccola piccola sul conflitto d'interessi, almeno uno scambino di senatori?
La questione secondo me è un'altra.
Da una lettura seppur superficiale della situazione attuale si capisce (eccome!!) che dal giorno 15 aprile i lavoratori rischiano di cadere dalla padella nella brace.
I due programmi (quello del nano e quello di Uòlter) si assomigliano come due canzoni di Loredana Bertè, ma mentre nel programma dell'unto dal Signore (rigorosamente in piccolo) è normale rilevare certe anomalie, tipo quella davvero grossa della incapienza economica per la realizzazzione del suo programma, che di fatto vorrebbe dire che verrà tartassato chi ha un reddito tracciabile (i lavoratori dipendenti), stupisce che anche gli ex compagni del PD abbiano deciso di percorrere la stessa strada.
Certo, i segnali che portavano a questa conclusione c'erano tutti, non ultimo quello del calendario che il PD ha fatto per il 2008: guardatelo e noterete che tra 12 fotografie per 12 mesi non c'è nè una, e dico una, dedicata al mondo operaio.
Che poi mi candidi l'operaio della Thyssen per un operazione-simpatia, ma che ha le stesse possibilità di essere eletto che il Camerun diventi campione del mondo, bhe poco cambia.
Intanto l'orrore di 4 (quattro) morti al giorno sul lavoro a cui tutti dimenticano di aggiungere quelli morti per malattie professionali contratte in ambienti di lavoro malsani, e quelli che muoiono sulla strada per recarsi al lavoro, dice l'orrore continua e il caro Uòlter che fà? Candida il presidente di Federmeccanica (Calearo), che non ha mancato di far sentire la sua voce (insieme a Confindustria e quant'altri) quando il governo ha inasprito i controlli sul posto di lavoro.
Ma come ha detto in un intervista il compagno Diliberto, non serve inasprire le pene o i controlli, bisogna avere la certezza che chiunque venga condannato vada realmente a finire in galera, anche se le sue condizioni economiche gli possono permettere di assoldare qualche principe del foro.
Con questo non vorrei passare per giustizialista, ma qualcuno mi spieghi perchè se uno uccide la moglie (altro tipo di dramma in vertiginoso aumento) viene chiamato (giustamente) assassino e, invece, se uno per risparmiare 2 lire causa la morte di 7 (e dico sette) persone non debba subire lo stesso trattamento?

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