Ieri sera 22/03 al teatro Alcanices è avvenuta la presentazione del nuovo libro di Giuseppe Stea dal titolo: "Taranto da Cannata a Cito".
Per l'occasione erano presenti Paolo Costantino (assessore regionale Ds), l'on. Paolo Rubino, Stefano Giove oltre ovviamente all'autore.
Le forze politiche ginosine hanno risposto più o meno tutte all'invito ed hanno portato il loro contributo alla serata.
Serata che ad un certo punto ha riaperto l'annoso problema dell'unità della sinistra sia a livello locale che a livello nazionale.
Sappiamo tutti quello che è successo in Senato quando si è trattato di votare sul rifinanziameto in Afghanistan e sappiamo pure quello che sta succedendo a Taranto con la candidatura del dott. Stefano.
La realtà è questa: la sinistra è divisa in due anime, qulla più "radicale" che persegue i suoi obbiettivi senza sè e senza mà, e quella più istituzionale che insegue altro.
Scrivo questo non per far polemica in maniera gratuita ma per sottolineare come purtoppo nel percorso che porta dal PCI al attuale DS si sia perso "qualcosa" per strada.
Noi di Rifondazione di Ginosa capiamo che per governare si debba scendere a compromessi e si debbano accettare alleanze sgradite (vedi Mastella) ma vogliamo sottolineare che in campagna elettorale per le politiche si è sottoscritto un patto con gli italiani prendendosi degli impegni, come ad esempio quello della pace nel mondo, quello del riconoscimento delle coppie di fatto e
quello di variare quanto prima la legge elettorale ammazza-democrazia.
E' inutile rimarcare che sono stati disattesi.
Questo genera scontento tra gli elettori, cioè tra coloro che esprimendo la loro preferenza, ci danno modo di governare, e genera anche sconcerto tra di noi, impegnati politicamente dal basso.
Ieri sera l'on. Rubino ha sottolineato che storicamente uniti si vince, e che di conseguenza quando la sinistra è andata al voto frammentata si sono registrate delle scoppole epocali (2001 docet). Questo è vero, ma è vero pure che un'unità si fa con pari dignità di tutti i componenti, non con posizioni predominanti ed onnivore da parte di qualcuno.
La sinistra deve riscoprire i suoi valori originali, quei valori che negli anni scorsi hanno sempre fatto del PCI il partito degli umili, degli operai. Dobbiamo ritornare ad essere la voce di chi non ha voce, a difendere gli indifesi in tutte le sedi: per le strade e in parlamento.
Dobbiamo recuperare la nostra identità.
Io ho un sogno: eliminare la parola centro dalla definizione centro-sinistra.
Per l'occasione erano presenti Paolo Costantino (assessore regionale Ds), l'on. Paolo Rubino, Stefano Giove oltre ovviamente all'autore.
Le forze politiche ginosine hanno risposto più o meno tutte all'invito ed hanno portato il loro contributo alla serata.
Serata che ad un certo punto ha riaperto l'annoso problema dell'unità della sinistra sia a livello locale che a livello nazionale.
Sappiamo tutti quello che è successo in Senato quando si è trattato di votare sul rifinanziameto in Afghanistan e sappiamo pure quello che sta succedendo a Taranto con la candidatura del dott. Stefano.
La realtà è questa: la sinistra è divisa in due anime, qulla più "radicale" che persegue i suoi obbiettivi senza sè e senza mà, e quella più istituzionale che insegue altro.
Scrivo questo non per far polemica in maniera gratuita ma per sottolineare come purtoppo nel percorso che porta dal PCI al attuale DS si sia perso "qualcosa" per strada.
Noi di Rifondazione di Ginosa capiamo che per governare si debba scendere a compromessi e si debbano accettare alleanze sgradite (vedi Mastella) ma vogliamo sottolineare che in campagna elettorale per le politiche si è sottoscritto un patto con gli italiani prendendosi degli impegni, come ad esempio quello della pace nel mondo, quello del riconoscimento delle coppie di fatto e
quello di variare quanto prima la legge elettorale ammazza-democrazia.
E' inutile rimarcare che sono stati disattesi.
Questo genera scontento tra gli elettori, cioè tra coloro che esprimendo la loro preferenza, ci danno modo di governare, e genera anche sconcerto tra di noi, impegnati politicamente dal basso.
Ieri sera l'on. Rubino ha sottolineato che storicamente uniti si vince, e che di conseguenza quando la sinistra è andata al voto frammentata si sono registrate delle scoppole epocali (2001 docet). Questo è vero, ma è vero pure che un'unità si fa con pari dignità di tutti i componenti, non con posizioni predominanti ed onnivore da parte di qualcuno.
La sinistra deve riscoprire i suoi valori originali, quei valori che negli anni scorsi hanno sempre fatto del PCI il partito degli umili, degli operai. Dobbiamo ritornare ad essere la voce di chi non ha voce, a difendere gli indifesi in tutte le sedi: per le strade e in parlamento.
Dobbiamo recuperare la nostra identità.
Io ho un sogno: eliminare la parola centro dalla definizione centro-sinistra.